Introduzione

I vantaggi dell’esplorazione tattile

È ormai da molto tempo che si cerca di offrire ai ciechi strumenti particolari intesi ad accrescere la loro conoscenza della realtà. In più di due secoli si è fatta molta strada: oltre alla scrittura Braille e ai più moderni metodi di diffusione della parola, sono stati proposti con sempre maggiore convinzione modelli e rappresentazioni in rilievo delle cose più diverse, per consentire alle persone cieche di scoprire il mondo. Attraverso il tatto e le rappresentazioni tattili possono essere resi accessibili singoli aspetti della realtà circostante altrimenti impossibili da raggiungere se non attraverso la mediazione spesso vaga e ingannevole della descrizione verbale. Provate a spiegare a parole figure semplici come il cerchio, o il triangolo, e poi confrontarle con l’efficacia della spiegazione rispetto all’esplorazione tattile della figura in rilievo. La rappresentazione tattile è uno strumento che viene in aiuto della sola descrizione verbale, ed integrandosi con essa può evitare uno scollamento tra parola e realtà, aiutando la persona cieca a creare una corretta immagine mentale dell’oggetto rappresentato.

Percezione tattile e percezione visiva

Va però ricordato che il mondo della percezione tattile, pur avendo punti in contatto con quello della percezione visiva, rimane per molti aspetti unico nel suo genere, con regole da rispettare per poter creare illustrazioni tattili efficaci e comprensibili.
La vista consente un processo di cognizione della forma rapido e fluido. Con fatica pressoché nulla si abbraccia la globalità dell’oggetto in un campo di vista esteso. L’osservazione visiva dell’oggetto avviene, tra l’altro, anche attraverso micromovimenti oculari rapidi che indagano, misurano, collocano e offrono al sistema percettivo indicazioni per organizzare osservazioni, confronti, valutazioni soggettive.
L’esplorazione con le mani si estende invece su un campo percettivo ridotto e raggiungibile, “a portata di mano”. Procede con sequenzialità su frammenti spaziali, ma è in grado di definire con un attento apprezzamento analitico la sensazione termica del contatto con l’oggetto e, attraverso micromovimenti delle dita, la qualità della superficie e la sua consistenza. Mani addestrate all’esplorazione tattile inoltre sanno indagare l’oggetto con sequenze di movimento esplorativo aptico che misurano le parti indagate e analizzate. I movimenti possono variare per rapidità e sistematicità, possono anche essere catturati e distolti (come accade anche all’occhio) da particolari soggettivamente interessanti, ne riconoscono la forma, la dimensione, la significatività. Le percezioni acquisite man mano si integrano progressivamente l’una con l’altra dando luogo a immagini mentali d’insieme gradualmente più ricche e complesse. In tali condizioni è impensabile avere immediatamente un’idea complessiva anche solo sommaria dell’immagine che si sta esaminando. L’esplorazione tattile è un processo che richiede tempo e concentrazione.
Il tatto inoltre, rispetto alla vista, ha una capacità di discriminazione molto più ridotta. È quindi incapace di percepire particolari molto raffinati: linee o punti troppo vicini fra loro, segmenti troppo brevi e così via. Non si può pensare di trasmettere attraverso un disegno in rilievo la stessa quantità di informazioni che normalmente vengono proposte tramite una rappresentazione visiva delle stesse dimensioni. Anzi, un disegno in rilievo troppo ricco di particolari potrebbe confondere e disorientare il lettore. Inoltre attraverso il tatto non è possibile trasmettere tutte quelle informazioni che l’occhio percepisce date dalle variazioni di luce e di colore.

Efficacia della rappresentazione tattile

Per arrivare alla comprensione dell’oggetto rappresentato, la formulazione complessiva del lavoro di illustrazione tattile deve essere frutto di un’attenta correlazione tra descrizione verbale, qualità della riproduzione (che deve rispettare le caratteristiche della percezione tattile), e valorizzazione delle esperienze pregresse del soggetto. L’addestramento del soggetto all’esplorazione tattile è una condizione necessaria. Chi non vede ha un’esperienza della realtà attraverso il tatto caratterizzata dalla tridimensionalità e dalla molteplicità sensoriale che la caratterizza. La trasposizione di un soggetto dal tridimensionale all’altorilievo, al bassorilievo, fino al disegno a rilievo, sottintende necessariamente la maturazione di specifici passaggi astrattivi che conducano il soggetto a riconoscere l’oggetto anche se progressivamente privato delle sue caratteristiche di tridimensionalità, grandezza, sensorialità, ecc… solo grazie al permanere costante della schematizzazione della forma.

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