Contrasto

Dice il saggio: scrivete più scuro, leggerete più chiaro
(pubblicità BIC – anni ‘70)

Inchiostro nero e carta bianca: per secoli, fin dagli inizi dell’arte tipografica, questa è stata considerata la combinazione ideale, caratteristica di una stampa di qualità. Un obiettivo una volta assai difficile da raggiungere, non tanto per l’inchiostro (il nero è un colore facile da procurare a partire, ad esempio, dal nerofumo che si deposita nei camini) quanto per la carta che diventava davvero bianca solo con complesse e costose operazioni di lavaggio e decolorazione.
Ancora oggi nella stragrande maggioranza dei testi stampati, a cominciare dalle pagine dei libri, si preferisce la classica combinazione inchiostro nero su carta bianca ma le ampie possibilità creative offerte dalle attuali tecniche consentono le soluzioni più disparate comprese, purtroppo, anche quelle che creano problemi di leggibilità.

Il problema

Esempi di pulsanti di apparecchi di uso quotidiano.Il contrasto, ossia la differenza di luminosità tra i caratteri e lo sfondo, è uno dei fattori che maggiormente incidono sulla leggibilità di un testo scritto nonché sul riconoscimento, in vari contesti, di informazioni basate su segnali visivi.
La scelta di usare testi poco contrastati non deriva oggi quasi mai da esigenze tecniche o economiche ma da una discutibile ricerca formale.
Nei prodotti industriali è molto diffusa la tendenza a mimetizzare le componenti tecnologiche e questo porta spesso a nascondere volutamente anche alcuni indispensabili elementi funzionali come ad esempio i pulsanti di comando e le loro etichette. È una tendenza che coinvolge anche la progettazione di oggetti in cui i pulsanti sono la principale, se non unica, funzione del dispositivo, come ad esempio i telefoni cellulari.
Per quanto riguarda la stampa su carta, i problemi di leggibilità legati al contrasto sono abbastanza rari nei testi di libri e quotidiani ma compaiono spesso con le produzioni considerate più creative, come le copertine dei libri, alcune pagine delle riviste, i depliant e le locandine.

Esempi di menù di pagine web a basso contrasto.Nel web gli esempi di scarsa leggibilità dovuta al basso contrasto sono assai più numerosi e, a differenza dei prodotti stampati, riguardano anche testi lunghi e importanti. Molto diffuso è l’uso del grigio come colore di base dei caratteri, su sfondo bianco e a volte anche su un grigio diverso. Le esigenze strutturali della pagina web sono assai più impegnative rispetto al testo su carta e sono spesso necessari dei particolari accorgimenti grafici per distinguere le varie parti della schermata e suggerire all’utente la loro funzione. È forte il rischio di introdurre anche combinazioni di colori poco funzionali o controproducenti per la leggibilità.

Il contrasto minimo accettabile

La combinazione di colore bianco e verde chiaro adottata dalle Poste Italiane.Come per gli altri fattori di leggibilità esaminati in questa pubblicazione, è difficile definire qual è il contrasto minimo necessario per non creare disagio nei lettori normali o barriera in quelli già in difficoltà.
Non è possibile, innanzitutto, isolare il problema: entrano in gioco infatti sia altri fattori di leggibilità, ad esempio la dimensione, la forma e lo spessore dei caratteri, sia la lunghezza e la complessità del testo.
Un testo poco leggibile richiede maggiore sforzo e concentrazione nonché un tempo più lungo di lettura; può essere quindi causa di affaticamento e diventare per molte persone un ostacolo determinante con un testo di molte pagine mentre può risultare solo una fastidiosa complicazione per uno di poche righe.

Tabella con diverse combinazioni di colore testo/sfondo.In generale, è necessario che per i testi più lunghi e con caratteri più piccoli (come ad esempio il corpo di un articolo) si cerchi il massimo contrasto possibile tra testo e sfondo. Negli altri casi, va garantita comunque un’abbondante differenza di luminosità tra testo e sfondo, evitando tutte le combinazioni che risultano solo sufficientemente percettibili per un normovedente.
Per rendersi conto dell’efficacia di una certa combinazione di toni, si può provare a leggere il testo stampato in un ambiente in penombra o, nel caso di pagine web, riducendo sensibilmente il contrasto del monitor. È un test empirico ma comunque utile per avvicinarsi ai problemi del lettore con difficoltà di vista.

Eccesso di contrasto?

Alcune recenti ricerche sperimentali, finalizzate soprattutto all’usabilità del web, indicano per molti utenti la preferenza verso combinazioni di colori non eccessivamente contrastate.
Si veda ad esempio la ricerca di Scharff, descritta nella scheda a pagina 55, in cui può stupire l’alto punteggio ottenuto della combinazione nero su grigio, superiore anche al nero su giallo. Il risultato è confermato da un’altra ricerca sperimentale, molto simile, condotta da Alyson L. Hill (Readability of Websites with various foreground/background color combination, font types ad word styles – 1997), in cui le preferenze maggiori si hanno proprio con le combinazioni a sfondo grigio mentre ottengono bassi punteggi quelle a sfondo bianco.
I dati sembrano rilevare un problema legato ad un contrasto eccessivo. Da osservare che entrambe le ricerche erano finalizzate all’usabilità delle pagine web e venivano effettuate con dei monitor di PC. In questo caso lo sfondo è dotato di luminosità propria e quindi un colore un po’ più scuro può essere maggiormente gradito. Analoghi problemi si possono avere anche con la televisione, il cinematografo, le insegne luminose o, riguardo ai testi stampati, un supporto troppo lucido che riflette in modo inopportuno la luce ambientale.
In molti casi questi problemi possono essere ridotti, se non risolti, intervenendo localmente ad esempio, nel caso del web, regolando le impostazioni del proprio monitor (luminosità e contrasto) o, in altri contesti, migliorando l’illuminazione dell’ambiente.
Va comunque osservato che i problemi derivanti da un contrasto eccessivo sono assai meno determinanti per l’accessibilità di quelli che nascono da situazioni con contrasto insufficiente.

Il contrasto e i colori

Pulsantiera di un distributore di ticket sanitari.Il problema del contrasto riguarda inoltre i testi a colori, anche se in questo caso sarà necessario distinguere tra il contrasto di luminosità (o semplicemente contrasto) e il contrasto cromatico.
Ciascun colore può avere una componente di bianco o di nero, più o meno marcata, e apparire quindi più chiaro o più scuro. Sarà questa caratteristica ad influire nel contrasto di luminosità. Il contrasto cromatico si riferisce invece al confronto tra i colori saturi, ed è sostanzialmente indipendentemente dalla luminosità. La saturazione di un colore indica la sua purezza: più è alta più i colori sono vividi e intensi, più è bassa più ci si avvicina al grigio di pari luminosità.
Tra le persone con deficit visivo si hanno spesso grossi problemi nella percezione del colore. Non ci si riferisce solo al daltonismo (inteso come cecità assoluta ad alcuni colori) che è una patologia rara, anche se assolutamente non trascurabile, ma anche agli ipovedenti e a molti anziani che presentano deficit cromatici che riducono, anche sensibilmente, la loro capacità di cogliere le differenze di colore.
Molto meno compromessa, per fortuna, è la capacità di cogliere il contrasto di luminosità ed è soprattutto su questo aspetto che occorre quindi puntare per realizzare testi e prodotti accessibili al maggior numero di persone.
Stiamo parlando, naturalmente, di uso dei colori per la comunicazione scritta e grafica: in altri contesti, ad esempio in campo fotografico o artistico, i contrasti dei colori hanno un’altra valenza e rispondono ad altri principi. Ad esempio, dei fiori rossi su un prato verde appaiono generalmente come una composizione di elevato e piacevole contrasto, ma un testo con caratteri rossi su sfondo verde sarebbe impossibile da leggere per molte persone.
Tra gli stessi colori saturi abbiamo significative differenze rispetto alla luminosità. Alcuni colori, in particolare il giallo, sono considerati chiari, altri, ad esempio il blu, scuri. Per questo motivo una combinazione giallo/blu è in genere accettabile, anche se va verificata nel contesto tenendo conto di tutti i fattori di leggibilità.

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